Chiesa di S. Maria del Colle
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La chiesa di S. Maria del Colle fu edificata a Mormanno nel 1183, ma assunse l’aspetto attuale solo nel corso del Settecento, dopo molteplici rifacimenti ed interventi di restauro. Il nucleo originario della chiesa madre di Mormanno era interamente in peperino, impostato su un vano rettangolare coperto da volte a botte a tutto sesto, scandite da arcate gravanti su poderosi pilastri addossati ai muri perimetrali.
Nel secolo successivo fu aggiunto un nuovo ambiente, in posizione adiacente ma ad un livello inferiore, forse adibito a sagrestia. Nell’arco dei secoli successivi la devozione per la Madonna del Colle crebbe e con essa l’afflusso dei fedeli, tanto che alla metà del XV sec. si posero le basi per l’edificazione di un nuovo tempio. Esso fu presumibilmente progettato dall’architetto Giovanni Donadio, studiato per poggiare sugli ambienti della chiesa primitiva, che venivano così ad essere assimilati ad una cripta (negli anni successivi furono infatti utilizzati come luogo di sepolture). I lavori procedettero a più riprese nel corso della prima metà del Cinquecento, quando la chiesa è attestata come Arcipretura, cioè come guida e chiesa madre di tutte le altre chiese di Mormanno.
Nel XVII sec. il paese fu scelto dai vescovi come residenza permanente, maturò così la scelta di edificare una nuova grande chiesa e un palazzo vescovile, mentre la chiesa già esistente fu ingrandita con l’aggiunta di cappelle e di altari ed abbellita grazie ai generosi lasciti di cittadini devoti. Verso la metà del Settecento si iniziò la costruzione della chiesa attuale; essa è impostata su una pianta a tre navate longitudinali ritmate da poderosi pilastri, concluse da un’abside poligonale.
La spazialità interna è scandita nella navata centrale da cinque grandi arcate ed è caratterizzata, nelle navatelle laterali, da campate coperte da cupolette sferiche; ogni campata è arricchita da un altare in man-no bianco con tarsie in preziosi marmi policromi, fra cui emerge il solenne altare maggiore (anno 1720). La zona presbiteriale è altresì sovrastata da una grande cupola illuminata da oculi.
All’interno della cattedrale si concentrano inoltre opere pittoriche e scultoree di gíande pregiò, dalle pale d’altare delle cappelline laterali, al maestoso coro ligneo cinquecentesco. Elemento di spicco è da riconoscere infine nella facciata in pietra fulva, opera di Pietro Scardino da Padula, che si ispirò aigrandi e movimentati prospetti barocchi.
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